HOME
BACK
LEONI (2015)
EMM#: 1628
Added: 18/08/2015
<- previous movie
Un film che omaggia la grande commedia all'italiana senza limitarsi ad imitarla.
next movie ->
LEONI
2015
(5,9 out of 10)
Commedia ()
1 h 22 min - 82 min
Directed by Pietro Parolin
Watch Trailer
Play Now
Helene Olivi Borghese
Vittorio Boscolo
Alex Cendron
Cristina D'Alberto
Plot
|
Cast
|
Goofs
|
Synopsis
Gualtiero Cecchin è il figlio di un imprenditore trevigiano che si è fatto da solo e di una grandama influente che ha imparato il segreto del potere, in una piccola città, ovvero conoscere i segreti di tutti. Peccato che Gualtiero non abbia ereditato il gene imprenditoriale del padre e abbia sperperato la fortuna di famiglia, ritrovandosi a dover fare ciò che non avrebbe mai immaginato: trovarsi un lavoro. Ma le idee da un milione di dollari (o così lui le crede) non gli mancano, e la più promettente (così pare a lui) è quella di fabbricare "il primo crocifisso realizzato interamente in plastica riciclata" per riprodurlo in migliaia di esemplari, pronti per la vendita sui mercatini locali. Ma non avendo capitali di base deve rifornirsi di materia prima (o seconda, nel suo caso) da un faccendiere napoletano in odor di camorra. Attorno a Gualtiero, come un avvoltoio, si aggira Alessio Leopardi, suo cognato, un frustrato rancoroso che odia il fratello della propria moglie Elisa, insegnante di liceo cresciuta come la bella di casa da proteggere dal mondo. Alessio, che di mestiere fa il poliziotto, cerca il modo di incastrare Gualtiero e privarlo della porzione di eredità - una splendida villa nei dintorni di Treviso - che gli spetta di diritto. Leoni avvia molte linee narrative, che comprendono anche una femme fatale e un triangolo sadomaso, andando a sfrugugliare fra i segreti della provincia del nordest, un tempo prosperosa e ora costretta a confrontarsi con la crisi economica. Il regista e sceneggiatore (con Mario Cristiani e Andrea Fazzini) Pietro Parolin, alla sua opera prima (prodotta dal Centro Sperimentale di Cinematografia, di per sé un marchio di qualità), scava nella realtà che conosce, e sfruguglia a sua volta il passato cinematografico italiano, a cominciare da quel Signore e signori che è l'evidente pietra di paragone (anche perché ambientato a Treviso), in termini di satira del (mal)costume provinciale. Ma nel rapporto fra Gualtiero e la madre c'è anche qualcosa di quello fra Elvira Almiraghi e il "cretinetti" de Il vedovo, anche se per fortuna l'interpretazione di Neri Marcorè si guarda bene dal prestarsi al confronto diretto con quella di Alberto Sordi (come fece, ahimé, Fabio De Luigi nel recente remake de Il vedovo), e per questo trova la sua chiave: placida, ironica, lievemente sbullonata. I tempi dilatati della recitazione di Marcoré danno il ritmo a tutta la narrazione (cui contribuisce al montaggio Davide Vizzini), imbevuto di quella pigrizia scocciata della quale la provincia italiana (e non solo) si fa un vanto, e caratterizzato da quell'enunciazione strascicata da assunzione (costante) di Valpolicella. Con umiltà, ma anche con una buona padronanza del racconto e dell'immagine, che si staglia nitida in alta definizione grazie alla fotografia di Luca Coassin, Parolin ricrea un piccolo mondo antico aggiornandolo all'oggi, ad esempio con l'inserimento di una venditrice cinese che parla perfettamente il trevigiano ma finge di non saperne una parola, o l'utilizzo narrativo dei cellulari e dei social media, la dimensione etica e commerciale del riciclo, l'ipocrisia imprenditoriale secondo cui "il made in Italy non si tocca", i "compro oro" che "sono dappertutto", la disoccupazione giovanile, le banche che fanno prestiti solo a chi non ne ha bisogno. Questa provincia ancora dominata da industrie a conduzione famigliare (ma a "turni feroci"), ancora popolata da avvocati, medici, prelati oggi costretti ad arrabattarsi come tutti, è credibile grazie a comportamenti riconoscibili e dialoghi efficaci, e grazie alle interpretazioni autoironiche del cast, fra cui spicca Stefano Pesce nel ruolo di Alessio, e giganteggia la leonessa Piera degli Esposti nei panni della madre di Gualtiero (ma anche Cristina d'Alberto e Antonio Pennarella dimostrano che c'è vita cinematografica dopo Un posto al sole). L'unico rimprovero è che questi "leoni feriti" mancano della ferocia monicelliana, della cattiveria che Germi sapeva raccontare così bene. Ma forse sono i tempi ad aver smussato il mordente, al cinema come nella vita. Leoni omaggia la grande commedia all'italiana senza limitarsi ad imitarla, scegliendo di non "aspettare che qualcuno ti risolva la vita", come ha sempre fatto Gualtiero, ma al contrario rimboccarsi le maniche e cimentarsi con il tessuto produttivo logoro del nostro cinema, per attingere alle poche risorse culturali ancora vive, ancora disposte a rischiare su un esordiente. Alla fine, il messaggio è incoraggiante: ciò che si può fare si deve fare, e ognuno deve cercare la propria strada. Parolin ha appena trovato la sua.
Helene Olivi Borghese (Irinka) Vittorio Boscolo (Malgaro) Alex Cendron () Cristina D'Alberto (Emma) Anna Dalton (Elisa) Piera Degli Esposti (Mara) Eugenio Krauss (Bisol) Neri Marcore (Gualtiero)