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LUCARELLI RACCONTA (2010)
EMM#: 1705
Added: 08/01/2011
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LUCARELLI RACCONTA
2010
( out of 10)
Documentario ()
- 0 min
Directed by
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Carlo Lucarelli
Plot
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Cast
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Goofs
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Synopsis
Certi incontri avvengono per caso, magari perché sei finito per sbaglio in un posto, dove hai incontrato qualcuno, sempre per sbaglio, per accorgerti invece alla fine che quella era proprio la persona giusta.
A me è successo così con il sovrintendente –poi ispettore- Coliandro.
Un giorno il Gruppo 13 –la piccola scuola di autori bolognesi di cui facevo parte anch’io assieme a Loriano Macchiavelli, Marcello Fois e altri nove (lo so, fa 12, ma pensavamo che 13 fosse più adatto per dei giallisti)- decide di fare un’antologia di racconti. Lorenzo Marzaduri, autore di noir metropolitani contemporanei, dice che scriverà un giallo classico ambientato durante il periodo fascista. Ah sì?, dico io che allora scrivevo soprattutto gialli classici di ambientazione storia, allora io faccio un noir metropolitano. Non era solo ripicca, era che succedevano tante cose in Italia e Bologna che avrei voluto raccontare e il romanzo storico non era la forma più adatta.
Così colgo l’occasione, noir metropolitano, e siccome in quegli anni frequentavo questure e caserme come improvvisato cronista di nera –tipo Topolino con la tessera press nella falda del cappello- e raccoglievo storie strane di poliziotti, mi era venuto in mente di scivere proprio di un poliziotto di questura. E sicome io sono un autore della metà oscura, volevo scrivere di un poliziotto cattivo. Molto cattivo. Modello: l’ispettore Callaghan. Ma –appunto- più cattivo.
Eccomi là, nel posto sbagliato a cercare la persona sbagliata.
Poi, però, avvengono due cose, anche quelle per caso, che mi mettono nella direzione giusta.
Le storie che voglio raccontare sono già abbastanza torbide di loro per cui il protagonista che le attraversa e le risolve deve essere un puro, per lo meno onesto e leale.
Inolte, siccome ho caricato il mio personaggio di aspetti negativi –maschilista, razzista, prepotente, intollerante, pieno di pregiudizi e meschinamente arciitaliano- e non voglio che poi la gente pensi che sono anch’io così, prendo le distanze da lui facendogli compiere continuamente errori che vengono immediatamente scoperti e puniti.
Ora, uno così –puro e perdente- diventa per forza un piccolo eroe per il quale non si può non provare affetto e tenerezza. E così è successo anche a me, che invece di un personaggio cattivo me ne trovo per le mani uno che per quanto ci provi ad essere cattivo non ci riesce. Uno che –come gli dice uno dei personaggi in uno dei film- non solo è meglio di quello che sembra, ma è anche meglio di quello che crede di essere.
Uno che comincia la storia in un modo –convinzioni, atteggiamenti e pregiudizi- e finisce in un altro, per essere comunque sempre lui all’inizio della storia successiva. Uno che non farà mai carriera. Uno che non ha capito niente del mistero che ha risolto ma è rimasto lì a prendere cazzotti finché in qualche modo non si è chiarito. Uno che con un vocabilario di cento parole, tutte molto politicamente scorrette, riesce a raccontare la realtà più dura del mondo che ci circonda.
Ecco, un personaggio così, quando lo incontri, sei felice di averlo trovato, anche se nel posto e nel modo sbagliato.
Parlo da autore, naturalmente, e sono una voce di parte, dato che con l’ispettore ci convivo da parecchi anni.
Ma vista l’accoglienza che ha avuto da parte di lettori e spettatori –che piano piano da fan si sono trasformati in veri e propri ultras- visto il modo con cui certi suoi modi di dire e certi suoi atteggiamenti sono diventati citazioni anche nele vita vera, e visto che capita spesso di incontrare mebri delle forze dell’ordine che ti dicono che Coliandro lo conoscono davvero –guarda un po’, però, è sempre un altro collega- allora forse l’ispettore Coliandro funziona.
Insomma, come succede a certi personaggi quando hanno qualcosa da dire: esiste.
Carlo Lucarelli ()